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Zero Dark Thirty

Zero Dark Thirty review by: Giovanni Vestri



Sarà difficile scrivere una recensione per questo film, ma ci provo lo stesso. Premettendo che è un film impegnativo, non per tutti. Non parlo della crudezza delle scene che comunque non è tanto più forte rispetto ad altri film di questo genere. Teniamo conto però che siamo in Pakistan durante la "guerra al terrorismo" voluta dagli Stati Uniti per cercare di contrastare il gruppo paramilitare terroristico di Al Qaida dopo gli attentati dell'11 Settembre 2001. Il film pone lo spettatore agli occhi di un agente della CIA che si trova in Afghanistan con un unica missione, individuare e sopprimere il capo dell'organizzazione estremista Osama bin Laden. Dopo il lungo processo d'indagine che ha visto impegnato l'esercito stat'unitense e i gruppi d'intelligence del paese il primo maggio 2011 inizia l'operazione speciale che dopo la sua individuazione da parte della CIA porterà alla sua morte. Il film è realizzato estremamente bene, ha il pretesto di ricostruire cronologicamente l'attività d'indagine quasi da un punto di vista giornalistico. Ha una durata a mio parere eccessiva perchè 2 ore e 40 minuti si seguono con difficoltà tenendo conto soprattutto della portata storica del film. La durata a tratti abissale del film è giustificata dal fatto di non voler omettere nessun particolare e di accompagnare lo spettatore in tutto l'iter d'indagine che a mio parere solo appassionati di operazioni militari, guerre, terrorismo seguiranno con piacere ed attenzione. Jessica Chastain interpreta Maya, un agente della CIA che avrà un ruolo cruciale nella soppressione del capo supremo di Al Qaida. Una donna forte a tratti insensibile che assiste quasi impassibile alle tecinche di interrogatorio potenziato in Afghanistan, delle vere e proprie torture giustificate dal governo in risposta ai trucidi attentati che hanno coinvolto in primis l'America e in seguito gran parte dell'Europa. Negli ultimi 40 minuti assisterete alla vera e propria operazione speciale che terminerà con il riconoscimento in una busta della salma di Osama Bin Laden in una base della CIA in Pakistan. Il finale mi è piaciuto molto perchè Maya una volta terminata la missione torna a casa a bordo di un Embraer KC-390, l'unica passeggera dell'aereo, approfittando della solitudine si lascia andare in un pianto liberatorio in cui è racchiusa tutta la tensione accumulata negli ultimi anni. Sicuramente questo film è un arricchimento per quanto riguarda questo capitolo storico contemporaneo ma non me la sento di consigliarlo a tutti vista la pesantezza della durata e di alcune scene investigative eccessivamente specialistiche.

★★★★★★★


7/10

Giovanni Vestri

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