Le otto montagne review by: Giovanni Vestri
Un film che mi ha trasmesso emozioni incredibili, una storia di amicizia, di padri e di figli e delle scelte che facciamo nella vita che ci viene data, sullo sfondo delle montagne che dobbiamo scalare fisicamente e psicologicamente. Una storia universale sull’inesorabile ricerca del conoscere sé stessi e al contempo di essere fedeli agli altri. Un film sulle montagne che sembra portarci nelle vacanze che tutti abbiamo vissuto mettendo un focus all’infanzia dei due protagonisti ancora bambini che ci vengono mostrati sereni ed amici. La narrazione di Marinelli rende il tutto più chiaro, profondo ed apprezzabile. Lo sguardo dei due bambini sulle città stereotipandole come luoghi pericolosi e inadatti alla vita, fa sorridere e riflettere. Una volta adulti i due amici dopo un lungo periodo in cui erano lontani si riconciliano, sono cresciuti e con vite molto diverse. Bruno, interpretato da Alessandro Borghi a mio avviso è stata la prova attoriale più riuscita di Borghi. Un’interpretazione in cui cambia la voce e la plasma con l’accento ma non solo, con tutta la personalità del suo personaggio.
“Per cos’è che sei nato?” “Per fare il montanaro”
Le vette che i due protagonisti attraversano fisicamente e psicologicamente sono gradini di vita che i due amici condividono. Il film è maestoso e non si ferma ad ammirare e raccontare solo quelle montagne. Pietro andrà più volte in Nepal dove conoscerà un’altra cultura e altre usanze da raccontare a Bruno. Il film è un inno alla libertà, alla natura e alla felicità di vivere.
“Non preoccuparti per me, questa montagna non mi ha mai fatto male”
★★★★★★★★★★
10/10
Giovanni Vestri
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