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Beau ha paura

Beau ha paura Review by: Giovanni Vestri



Un film ad altissimo impatto visivo, un piacere per gli occhi, dalle inquadrature alle scenografie si entra davvero a pieno nel genio del regista Ari Aster. Un regista che non lascia spazio all’immaginazione del film e ogni scena è una continua sorpresa inaspettata. Joaquin Phoenix regala un’altra prova attoriale degna di un attore premio Oscar, un’interpretazione drammatica e attuale in cui cerca di uscire da un mondo che sembra perseguitarlo in ogni luogo e situazione si trovi. Ho trovato la trama a tratti squallida, un film difficile da seguire che si contraddice molto. Non amo l’eccessiva smania di voler a tutti i costi raccontare la storia più strana possibile, più sconvolgente possibile e nella realtà dei fatti quasi insulsa. La storia presenta comunque dei punti ben realizzati anche dal punto di vista drammaturgico. Il protagonista si chiama Beau e calza a pennello con la mia reazione ad ogni scena del film in cui tra me e me pensavo “Boh”. Ho anche sofferto per il protagonista che è ripudiato e odiato da tutto il mondo, la sfortuna lo perseguita e il finale non cenna ad una conclusione allettante e piacevole, anzi rimarca la sofferenza di quest’uomo. Vedere un film con queste modalità per me non è stato un piacere ma altresì un disturbo. Un film di tre ore, già impegnativo e difficile da seguire, vengono in continuazione aggiunti personaggi nuovi, che c’entrano poco e che contraddicono la storia. Un film che a livello tecnico è un capolavoro, a livello pratico non mi ha lasciato nessuna emozione, solo tante domande che mi spingono a chiedermi “ma ha senso un cinema così”.

★★★★★


5/10

Giovanni Vestri

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