Armageddon Time Review by: Giovanni Vestri
Ho trovato questo film intimo e personale, con la voglia di far conoscere anche il lato oscuro di una terra considerata da sempre di grande avanguardia. Siamo a New York negli anni Ottanta e un bambino ebreo, di buona famiglia e privilegiato è iscritto ad una scuola pubblica dove fa amicizia con un suo compagno di classe nero. Il ragazzo non è uno stinco di santo anzi, porterà il protagonista in situazioni di microcriminalità tra furti e droga. La potenza di questo film è a scena finale che mi ha fatto aprire gli occhi quando durante tutto il film mi chiedevo “ma questo film cosa vuole denunciare di preciso se il ragazzo compie comunque dei crimini che non sono giustificabili da bianchi a neri”. Il ragazzo dopo esser stato arrestato e dopo aver ricevuto l’ennesima ramanzina dai poliziotti li fa una domanda molto semplice che li ha lasciati senza parole come al sottoscritto. La domanda è: “Perché mi state accusando quando in realtà la colpa è tutta vostra, voi avevate il dovere di recuperare un ragazzino di 14 anni dalla strada e non l’avete fatto”. Il ragazzo infatti è orfano, senza nessuno e compie crimini per sopravvivere. L’America di quegli anni ci viene mostrata non inclusiva e disinteressata dalle problematiche sociali. I due ragazzi hanno la passione dell’arte e dello spazio. Nessuno si è preoccupato di far coltivare le passioni ai due ragazzi, la base di una società in cui le persone crescono disinnamorate e senza passioni che poi li porterà inesorabilmente al mondo criminale. Parlando del cast mi ha piacevolmente confermato la grande capacità attoriale del calibro di Anne Hathaway e Anthony Hopkins. Un film che mi ha anche regalato emozioni di sofferenza e di grande empatia. L’interpretazione di Hopkins mi ha fatto commuovere per la semplicità del suo personaggio. Un film abbastanza semplice con un bel messaggio e una denuncia importante, raggiunge il suo obbiettivo commovendo e facendo riflettere.
★★★★★★★★
8/10
Giovanni Vestri
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