Anatomia di una caduta by Justine Triet
Palma d’oro al festival de Cannes 2023, campione d’incassi in Francia, secondo le statistiche ha trovato un buon mercato anche in Italia. Un film dal ritmo incalzante e che ti cattura per tutta la sua durata nonostante la sua lunghezza che a mio parere rientra nelle lunghezze medio-alte (150 minuti) ma che su questo film non ho percepito. L’ho trovato estremamente reale perché la storia recente del nostro mondo è piena di malagiustizia e di processi che si celebrano mediaticamente invece che in tribunale, processi oppressivi in cui si è più alla ricerca del colpevole che della verità, prove che rigirandole dozzine di volte diventano inconfutabili, reperti che provano con assoluta certezza la realtà dei fatti. Questo film pone un pesante e netto giudizio sulla giustizia e spinge tutti noi a riflettere su che cosa voglia dire giusto, che cosa voglia dire vero, successo o non accaduto, provato o forzato? Un’empatia fuori dal comune che spinge lo spettatore in una ricerca di un giudizio che potrebbe anche mancare e che crea un vuoto stilistico sorprendente dentro di noi. È come se questo film delineasse la nostra personalità in base a come lo vediamo, possiede chiavi di lettura uniche e vaste che si adattano alla sensibilità di ognuno di noi. Una sceneggiatura e una regia sorprendenti che la giovane regista Justine Triet ha coeso per dar vita a un vero e proprio capolavoro del cinema contemporaneo.
★★★★★★★★★★
10/10
MyMetaCritic: 96/100
Giovanni Vestri
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