Tár review by: Giovanni Vestri
Uno dei più bei film dell'anno a mio avviso. L'ho guardato in previsione degli Oscar e ne sono rimasto estasiato. Prima di tutto io vorrei dire che Cate Blanchett con questa interpretazione ci ha regalato tutta la sua bravura e professionalità come attrice. L'ho trovata veramente stupenda, riesce a interpretare in modo impeccabile un personaggio pieno di controversie e credo che sia stata una prova che rimarrà impressa nella sua carriera. Lydia Tár, prima donna di sempre a dirigere l'orchestra dei Berliner Philharmoniker, si trova al centro di polemiche sull'abuso di potere esercitato nel proprio ruolo e sulla richiesta di favori sessuali fatta a delle dipendenti in cambio di riconoscimenti professionali. La storia non arriva subito e credo che sia proprio questo il punto di forza di questo film, nella sua lentezza della trama è celato quello che il regista vuol farci comprendere al meglio ovvero come vive una persona, in questo caso una donna al potere. Parliamo di un potere subdolo perché non parliamo di un personaggio famoso o politico, parliamo di una direttrice d'orchestra vincitrice dei più prestigiosi premi al mondo. Una donna quasi impossibile da attaccare o criticare, proprio per la sua figura altisonante Lydia riuscirà tramite favori per posizioni lavorative nell'ambito musicale a ottenere prestazioni sessuali da aspiranti musiciste. Tornando al discorso della lentezza quasi disarmante del film, secondo me è estremamente giustificata perché, per entrare in sintonia con la vita di Lydia fatta di lavoro sfrenato, scrittura musicale, viaggi giornalieri per ogni parte del mondo, interviste di livello, era necessaria una parte del film con cui lo spettatore potesse avvicinarsi alla sua figura e al suo modo di pensare, per entrare in empatia con lei e a poco a poco, assistere alla sua distruzione in prima persona. Per fortuna nella società moderna in cui vittime di abusi sessuali hanno voce per denunciare legalmente e pubblicamente i propri aguzzini, la favola di Lydia è destinata a svanire. Una cosa alla quale non sono mai riuscito a dare una spiegazione è questo dilemma. Gli artisti vanno ricordati e venerati esclusivamente per le proprie opere che hanno lasciato, oppure è giusto anche ricordare che dietro a quegli spartiti geniali c'era dietro la penna di una mano di una possibile molestatrice? Purtroppo viviamo in un mondo in cui gli spartiti di Lydia Tár verranno venerati e suonati anche tra 30 anni. L'abuso subito dalle sue allieve è destinato a svanire nel nulla come una nuvola in mezzo al cielo. In questo caso è un cielo ingannevole, un cielo fatto di note, musica classica, SI be molle, violoncelliste, che ahimè nasconde una condizione sociale immorale. Questo film pone l'attenzione sulla storia contemporanea moderna in cui vediamo spesso uomini di potere che abusano delle proprie vittime, spesso arrivano a questa condizione proprio perché hanno fatto qualcosa degno di nota, in questo caso la direttrice d'orchestra più famosa del mondo.
★★★★★★★★★
9/10
Giovanni Vestri
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